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(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 63

 

 

IL TORNEO

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            Assomiglia ad un’arena degli antichi romani, circolare e con gli spalti gremiti di gente che deve decidere il vostro fato. Il tuo vero nome è Daniel Thomas Rand, ma sei più conosciuto con l’appellativo di Iron Fist, l’Arma Vivente della leggendaria città di K’Un Lun e come tu sei il campione di quella città gli altri vicino a te, che rispondono ai pittoreschi nomi di: Cobra Grasso, Fratello Cane Numero Uno, Bella Figlia della Tigre, Sposa dei Nove Ragni e Principe degli Orfani, sono i campioni di altre cinque delle Sette Città del Paradiso. Il campione della settima città sarà scelto al termine di uno scontro preliminare tra due sfidanti che altri non sono che Orson Randall, il tuo predecessore nel ruolo di Iron Fist nonché una sorta di padre adottivo del tuo stesso padre Wendell Rand, e la tua sorellastra Miranda.

Onestamente non sai chi tifare: forse Miranda dovrebbe ritirarsi e lasciare il posto a Orson. Lei è un esperta in arti marziali ma Orson ha il potere del Pugno d’Acciaio e lo padroneggia anche meglio di te. Uno sguardo a Miranda ti conferma che lei non prende nemmeno in considerazione l’idea.

Il tuo sguardo va ai sette Signori delle Sette Città, vestiti allo stesso modo, con una lunga tunica e un cappuccio a celarne il volto. Solo i colori sono diversi. Il tuo sguardo è attratto da quello in verde: Yu-Ti, governante attuale di K’Un Lun e fratello adottivo di tuo padre. Non c’è stato mai molto amore tra di voi e sospetti che lui non sia affatto benevolo con tua sorella.

È lui ad alzarsi in piedi e proclamare con voce stentorea:

-Si dia inizio alla sfida.-

*

            Non è esattamente facile riconoscere la Vedova Nera nella donna elegante dai capelli neri che sembra la controfigura di Audrey Hepburn così come appare nel film “Colazione da Tiffany”, eppure qualcuno ci è riuscito: qualcuno sa che lei non è Oksana Petrenko di nazionalità ucraina come è scritto nei suoi documenti ma Natalia Romanova, Russa ed in fuga dal suo stesso paese.

            Natasha si volta di scatto, pronta a rintuzzare un attacco solo per trovarsi di fronte a una faccia conosciuta.

-Yuri!- esclama.

-Proprio io… “sorella”.- ribatte il giovane dai capelli neri.

            Yuri Ivanovitch Petrovitch, l’unico figlio di Ivan, l’uomo che l’ha allevata come una figlia, la cosa più vicina ad un fratello che lei abbia mai avuto.

-Cosa ci fai qui?- gli chiede con diffidenza.

-Stai tranquilla… sono dalla tua parte. Lo S.H.I.E.L.D. mi ha incaricato di affiancarti nell’ultima parte della tua fuga. Ammesso che abbiano scoperto la tua copertura, sarà qui o allo sbarco in Finlandia che proveranno a fare qualcosa contro di te.-

-Non ho bisogno di un angelo custode. So cavarmela da sola. Me la sono sempre cavata da sola.-

-Ma avere degli amici… o degli alleati è sempre meglio non credi? Non lasciare che quello che è successo con… tuo marito ti indurisca l’animo ancora di più.-

-Lui non… non è più mio marito… non nel modo che più conta… e tutti quelli che ho amato o sono morti o mi hanno tradito.-

-Che sciocchezze: mio padre non è morto e nemmeno quel tizio americano, Devil, o quell’arciere, com’è che si chiama?-

-Occhio di Falco.-

            Natasha tace. Se c’è una maledizione su di lei, Clint Barton e Matt Murdock le sono sfuggiti. Forse potrebbe rivolgersi a loro per tentare di colmare il vuoto che ora sente dentro di sé. Ci penserà al ritorno negli Stati Uniti… se mai riuscirà a tornarci.

 

            Fah Lo Suee ha abbandonato il suo solito abito per una più comoda tuta, che comunque mette in evidenza tutte le sue curve. Il suo sguardo squadra i tre uomini e la donna davanti a lei. Clive Reston ha la sensazione che si soffermi in particolare su di lui e gli viene da pensare che i suoi amici abbiano indovinato cosa è successo tra lui e la figlia di Fu Manchu la notte precedente. Naturalmente è solo paranoia ma…

-Sono lieta che tutti voi abbiate considerato la mia proposta di alleanza.- dice, infine, Fah Lo Suee.

-Avevamo forse scelta?- ribatte Leiko Wu, bella e statuaria, il meglio che la mescolanza dei geni del padre cinese e della madre giapponese poteva produrre –Meglio combattere al tuo fianco contro un comune nemico che restare tuoi prigionieri.

-Ma io ti tengo d’occhio.- interviene Black Jack Tarr –E si mi accorgerò che stai per tradirci, ti farò fuori senza alcun rimorso.-

-Vuoi dire che ci proverai, Tarr… non che ci riuscirai – replica con un sorriso divertito Fah Lo Suee, poi si rivolge all’ultimo membro del gruppetto –E tu che hai da dire, Piccolo Spirito?-

            Shang Chi, fratellastro di Fah Lo Suee ed anche lui figlio del terribile Fu Manchu, non muta espressione mentre risponde:

-I miei compagni hanno parlato anche per me.-

-Bene.- conclude la Figlia di Fu Manchu –Mi auguro che siate davvero pronti, perché l’assalto inizia… ORA!-

 

 

2.

 

 

            Il giapponese con la strana capigliatura entra nella villa mentre le sue guardie del corpo restano fuori. Grosso errore, perché si è appena chiuso la porta alle spalle che due punte acuminate gli accarezzano la nuca.

            Lui non mostra il minimo segno di paura.

-Sei Cigno Nero, vero?- chiede –Solo una discepola di Elektra avrebbe potuto prendermi di sorpresa.-

-Sembri molto tranquillo, Mr. Elegantone.- ribatte Nina McCabe.

-Sono stato addestrato dagli stessi che hanno addestrato Elektra ed anche se sono un po’ fuori allenamento, credo che potrei comunque disarmarti… e poi ci sono le mie guardie la fuori. Mi basta un grido per farle accorrere.-

-Io non conterei troppo su di loro. Quelli che avevi lasciato qui sono di sopra stecchiti. Non ho fatto alcuna fatica ad ammazzarli.-

            L’uomo fa un sorriso maligno.

-E così sei davvero un’assassina, ragazza.- commenta divertito –Splendido: era proprio quello che volevo.-

-Che vuoi dire? Chi sei? Qual è il tuo nome?-

            La mano di Nina trema leggermente e lui ne approfitta per voltarsi, sicuro che lei non gli farà del male… non ancora almeno.

-Mi chiamo Matsu’o Tsurayaba e sono un capo della Mano e della Yakuza… e tu hai contribuito molto al consolidamento del mio potere eliminando dei miei pericolosi rivali. Sono anche quello che ha fatto di te quella che sei ora… e devo dire di essere molto soddisfatto del risultato. Mi dispiace solo di non aver scelto io il tuo nome da battaglia… è molto evocativo e ti si addice.-

-Tsurayaba...- mormora Nina -… ho sentito Elektra fare questo nome… come quello di un nemico.- un lampo le attraversa la mente –Tu… sei stato tu ad incastrare Elektra.-

            Matsu’o sogghigna.

-Ci sei arrivata, finalmente. Elektra non è solo una traditrice ed una rinnegata della Mano, ma si è anche alleata col mio acerrimo nemico Wolverine. Non mi stupirei se fossero stati anche amanti. Tutti buon motivi per avercela con lei. Finora è sempre sfuggita a tutti i tentativi di ucciderla così ho deciso di optare per una forma più raffinata di vendetta: distruggerle la vita, toglierle amici e amori, farne una fuggiasca ed infine corrompere la sua allieva. –

-Tu maledetto… dovrei ucciderti.-

-No… non lo farai.-

            Tsurayaba si muove velocissimo e disarma la ragazza per poi immobilizzarla prima che possa fare una sola mossa.

-Come ti ho detto, sono fuori allenamento ma non abbastanza da non riuscire a neutralizzarti. Per quanto tu sia brava, ora saresti morta se lo avessi voluto.-

-Porco.-

-Che brutta parola in bocca ad una così bella ragazzina, ma non mi offendo… in fondo un po’ me lo merito. Tranquilla, però, non ti ucciderò. Ti voglio viva e consapevole di ciò che sei diventata. Buona fortuna, Cigno Nero.

            Basta una leggera pressione alla base del collo e Nina sviene. A questo punto Tsurayaba chiama le sue guardie e queste entrano seguite da una ragazza giapponese dell’apparente età di poco più di vent’anni. La stessa che aveva accolto Nina all’aeroporto di Tokyo solo il giorno prima.[1]

-Ben arrivata cara Fuyumi.- la saluta Matsu’o –Vedo che sei uscita bene dalla tua recente schermaglia con Tony Stark e la sua guardia del corpo corazzata.-

            Fuyumi Fujikawa fa una smorfia

-Sono stata fortunata, lo ammetto. Non è stato piacevole avere a che fare con Godzilla anche alla guida di Red Ronin.-[2] replica –Peccato che il robot sia in fondo al mare adesso.-

-Spiacevole, visti i soldi che abbiamo investito per impadronircene e riprogrammarlo, ma almeno tu sei viva.-

            Fuyumi si avvicina e i due si baciano, poi Matsu’o commenta:

-Sono piuttosto seccato: sia il piano di controllare il potere di Graviton[3] che quello di eliminare la tua famiglia per impadronirci della Stark-Fujikawa[4] sono falliti. Per fortuna in quest’ultimo caso non esistono prove del nostro coinvolgimento.-

-Ma loro lo sanno… mio nonno, mio padre, mia sorella… sanno che ho organizzato io i loro omicidi anche se ne abbiamo… appaltato… al Mandarino l’esecuzione. Sono ancor di più una reietta per la mia famiglia.-

-Un prezzo che eri disposta a pagare. Comunque.-

Matsu’o rivolge lo sguardo alla svenuta Nina Mc Cabe e aggiunge:

-Almeno con Cigno Nero ho avuto successo: mi ha liberato di pericolosi rivali nella scalata alla Yakuza.-

-Che ne vuoi fare di lei? Ucciderla?- chiede Fuyumi.

-Sarebbe un peccato. Non ho ancora finito con lei.-

            Batte le mani e come dal nulla compaiono due adepti della Mano.

-Prendetela e preparatela per l’indottrinamento. Il suo cammino sul sentiero della perdizione non è ancora concluso… la aiuteremo noi.-

            I due ninja sollevano Nina senza dire una parola.

 

            Miranda Rand e Orson Randall si studiano in attesa che l’altro faccia la prima mossa.

-Suppongo che sia inutile chiederti di abbandonare la sfida e lasciar fare a me.- chiede l’Iron Fist degli Anni Ruggenti.

-Puoi scordartelo.- è la secca risposta della ragazza.

            Orson fa un lungo sospiro.

-Testona proprio come tuo padre.- commenta, poi rompe gli indugi e con un urlo si scaglia contro Miranda.

            Lei si aspettava la mossa e scarta di lato evitando il calcio di Orson e colpendolo a sua volta alle reni prima che possa toccare terra. A sua volta Orson accompagna il colpo e dopo una capriola attera sui piedi.

-Ben fatto, ragazza.- le dice –Ti hanno addestrato bene… del resto il tuo innamorato era stato il migliore allievo di Lei Kung dopo tuo padre e prima dell’arrivo di tuo fratello.-

-Tu… come sai di… di… io non ricordo nemmeno il suo nome o il suo viso.-

-Una cosa la so: ed è che non devi mai distrarti in battaglia –

            Orson la afferra per un braccio e la fa volare sopra la sua testa. Anche se presa di sorpresa Miranda riesce a controllare la caduta atterrando sul sedere… proprio come Orson sperava che avrebbe fatto.

            E mentre lui sorride compiaciuto lei si rialza e torna alla carica.

-Lei è in gamba.- commenta John Aman altrimenti chiamato il Principe degli Orfani –Ma lui ha più esperienza… e in più ha il Pugno d’Acciaio.-

-Ma non lo sta usando.- ribatte Danny Rand.

-Già… e mi chiedo perché.-

-Forse non vuole vantaggi ingiusti.-

-Sì… forse.-

            Mentre i due parlano lo scontro tra Miranda e Orson prosegue in modo sostanzialmente equilibrato, poi la ragazza mette a segno un calcio al mento del suo avversario e mentre Orson barcolla lei salta e sferra un doppio calcio rotante. Orson crolla a terra mentre Miranda atterra accanto a lui.

-Ho vinto.- proclama.

            Orson viene aiutato a rialzarsi ma allontana sia Danny che Aman e si rimette in piedi da solo.

-Te lo concedo, ragazza.- dice rivolto a Miranda –Sei stata brava.-

            Lei sorride soddisfatta

-Ha vinto sì…- commenta Aman rivolto a Orson -… ma non hai ceduto troppo facilmente?-

-Mi ha preso di sorpresa.- replica Randall –Commento ancora l’errore di sottovalutare le capacità combattive delle donne.-

-Uhm.-

-Sei il solito scettico Aman. Che motivo avrei avuto per perdere apposta? Mi conosci da tanto tempo: non sono il tipo da fare sconti a nessuno.-

            La risposta del Principe degli Orfani è un semplice sorriso.

 

            San Pietroburgo. Il Guardiano d’Acciaio non è il tipo da sorprendersi facilmente ma la ragazza in costume che è appena entrata volando dalla finestra che ha appena infranto davvero non se l’aspettava.

-Zvedza Dennitza!- esclama –Sei diventata uno dei nuovi cani da guardia di Menikov?-[5]

-Non sta a te fare domande, Guardiano –Sei ricercato per tradimento, arrenditi.-

-Spiacente ma non ci tengo a conoscere da vicino le celle della Lubyanka-

            Saltando di lato il Guardiano d’Acciaio evita un colpo di calore che la ragazza che si fa chiamare Stella del Mattino gli ha scagliato contro e le tira uno dei suoi mini dischi. L’impatto la sbilancia e la fa cadere a terra. Il Guardiano è lesto a saltarle addosso e bloccarle le mani.

-Posso incenerirti senza problemi.- proclama lei con rabbia.

-Ma in uno spazio così ristretto il calore farebbe male anche a te. Sei disposta a correre il rischio Marya Andreievna?-

            Zvedza Dennitza si morde le labbra e socchiude gli occhi.

-Lanciare raggi di calore non è il mio solo talento.- replica infine.

            Dalle sue mani parte un abbagliante lampo di luce. Disorientato il Guardiano si porta istintivamente le mani agli occhi e la sua avversaria ne approfitta per scrollarselo di dosso e rimettersi rapidamente in piedi.

-Mi dispiace Guardiano.- dice –Arrenditi pacificamente: non costringermi a farti male sul serio.-

-Perché Marya?- chiede il Guardiano –Il tuo sogno era la restaurazione dell’Unione Sovietica e l’abbattimento dell’attuale regime russo. Perché ora lavori per loro?-

-Loro… ora lavorano per la restaurazione dell’antica gloria della Nazione. I nostri obiettivi sono gli stessi. Possiamo collaborare.-

            Povera sciocca, pensa il Guardiano d’Acciaio e scatta vibrandole al collo un colpo col taglio della mano.

-Pensavi davvero che non fossi preparato al tuo potere accecante?-

Mentre Zvedza Dennitza cade svenuta lui la sorregge tra le sue braccia e mormora:

-E adesso che ci faccio con te?-

 

 

3.

 

 

            Il traghetto è ormai vicino al porto di Helsinki, la capitale della Finlandia. Sembra proprio che ce l’abbiamo fatta, pensa Natasha, eppure non si sente affatto tranquilla. Ha dei brutti presentimenti sul Guardiano d’Acciaio ma forse è per la strana affinità che ha sentito con lui fin dal loro primo incontro, come se lo conoscesse da sempre… o sono gli echi del dolore che prova a causa del Guardiano Rosso? Non dovrebbe sentirsi così: Alexi era già parte del suo passato da tempo, parte di una vita che non era già più sua quando lo rivide la prima volta in quella faccenda coi Vendicatori[6] eppure sapere che è ancora vivo e che sono su fronti contrapposti l’ha ferita più di quanto ammetterebbe. Tutte le difese emotive che si era costruite negli anni sono crollate lasciandola vulnerabile.

            Improvvisamente sente il vociare dei passeggeri e si accorge di qualcosa non va. Alza gli occhi al cielo e vede un uomo a bordo di una piattaforma volante, simile a quella usata abitualmente dal supercriminale americano Wizard ed i suoi alleati,[7] che sta piombando verso di loro. Lo riconosce: è Mikula Golubev, un mutante con poteri telecinetici affiliato ai Bogatyri. L’ultima volta che l’ha incontrato[8] era stato preso prigioniero dalle autorità russe, una condizione non più attuale, pare. Tipico di un servizio segreto: potranno imputare la morte di Natasha e Yuri a un criminale evaso in cerca di vendetta e proclamarsi innocenti.

            Probabilmente Mikula li ha individuati grazie ai suoi limitati poteri telepatici che gli hanno permesso di sintonizzarsi sulla mente di Natasha… il cacciatore perfetto… e lei ha il costume in cabina. Può contare solo sulle sue doti atletiche.

            Yuri Petrovitch non si fa di questi problemi: estrae una pistola e spara contro il loro avversario ma le pallottole si fermano a mezz’aria e ricadono in mare senza far danno.

-Maledetti supertizi.- borbotta il giovane.

            Golubev è arrivato quasi davanti a Natasha e con un gesto la solleva alla sua altezza.

-Il tuo travestimento non può ingannarmi Vedova Nera.- le dice –So chi sei e la tua sentenza di morte è già stata pronunciata.-

            Curiosamente… o forse no… il primo pensiero della Vedova è se Alexi sappia che chi le dà la caccia non vuole solo catturarla ma ucciderla. Si ritrova a sperare di no: l’Alexi che conosceva non avrebbe mai approvato. In ogni caso non è sua intenzione farsi uccidere tanto facilmente.

            Sente che il suo avversario sta cercando di spingere il suo cuore fuori dalla cassa toracica. Non sa se è davvero capace di farlo, ma non intende restar ferma a scoprirlo. Lo sforzo di tenerla sollevata e contemporaneamente muovere il suo cuore è troppo per Mikula. Natasha sente che la presa su di lei si sta allentando. Prima di ricadere rovinosamente sul ponte del traghetto prova a saltare verso la piattaforma, si aggrappa al bordo e con una capriola vi si proietta sopra, colpendo contemporaneamente Golubev con un calcio al mento. Uno dei casi in cui avere un tacco 12 è un vantaggio.

Il colpo fa cessare l’attacco di Mikula e il cuore di Natasha riprende a battere normalmente. Il vestito le rallenta i movimenti, dovrebbe strapparne la parte inferiore ma esita a rovinare un abito di Natalia Valevskaya.[9] Sarebbe un delitto contro l’alta moda. Sciocca sentimentale.

            Golubev si sta rialzando. Natasha non crede che possa ripetere il suo exploit ma non vuole correre rischi e lo colpisce ancora prima che possa finire di rimettersi in piedi. Continua a colpirlo senza dagli tregua.

-Non mi faccio uccidere tanto facilmente.- gli dice –Riferiscilo ai tuoi capi… anche se dovrebbero già saperlo.-

            Con Mikula svenuto la piattaforma comincia a precipitare. Natasha salta ed atterra sul ponte del traghetto mentre la piattaforma ed il suo occupante piombano in mare. Se non lo recuperano alla svelta, svenuto com’è, Mikula annegherà ma Natasha non riesce a preoccuparsene. Se lo merita, pensa.

-Tutto bene Natasha?- le chiede Yuri raggiungendola.

-Non proprio.- risponde lei cercando di apparire disinvolta –Mi sono rotta un tacco.-

            Il traghetto ormai è in vista del porto. Ce l’hanno fatta ed è l’unica cosa che conta adesso.

 

            I sette campioni si trovano gli uni accanto agli altri davanti al palco dei regnanti delle sette città. Ancora una volta a parlare è Yu-Ti:

-Come è scritto, i sette campioni del Cielo si batteranno tra loro in un torneo ed il vincitore affronterà in uno scontro senza esclusione di colpi il campione delle Sette Città del Male. Da tempo immemorabile questo scontro ha visto vincitore il campione del Cielo ed io mi auguro che così accada anche stavolta. Diamo ora inizio alla prima sfida che ha visto sorteggiati Miranda Rand K’ai e Fratello Cane Numero Uno.

-A quanto pare il destino ha scelto di metterti alla prova da subito ragazza.- commenta il Principe degli Orfani –Ti auguro di essere davvero pronta.-

-Se non lo sono adesso non lo sarò mai più… e non chiamarmi ragazza.-

-Potrei chiamarti Lady Dragon se proprio ci tieni.-

            Miranda non risponde. Si aggiusta la maschera sul volto e si porta al centro dell’arena assieme al suo avversario. Non vuole darlo a vedere ma è nervosa. Si chiede se il suo avversario è così tranquillo come sembra. Dovrebbe: è un combattente esperto con anni di battaglie vinte alle spalle e lei invece è solo una dilettante senza poteri speciali. Avrebbe dovuto lasciar fare a Orson e non essere così testarda. Ora, però, non può tirarsi indietro: deve combattere e fare tutto quel che può per vincere.

 

           

            Seduto nel salotto del suo appartamento Paladin riflette su diverse cose. La vita che si è scelto ad esempio: azione eccitazione, denaro e belle donne. Nessun legame perché i legami danneggiano gli affari e creano pericolose dipendenze ed uno come lui deve essere libero. Facile a dirsi ma meno facile a farsi quando nella tua vita entra una come la Vedova Nera. Non credeva che si sarebbe più sentito così per una donna… non dopo Janet Van Dyne

            Dovranno parlare quando lei tornerà dalla Russia, parlare seriamente.

 

 

4.

 

 

            Miranda si muove circospetta chiedendosi se deve attaccare per prima o lasciare la prima mossa all’avversario. La questione diventa accademica quando Fratello Cane decide di passare all’attacco sferrando un colpo di piatto con la sua katana. Miranda lo evita a stento e perde l’equilibrio cadendo al suolo. Il suo nemico si fa avanti ma Miranda scatta intercettando il colpo e rispondendo con un calcio della tigre che lo disarma.

-Per ora va bene.- commenta Danny –Ma solo perché lui non ha ancora usato le sue abilità sovrumane… e se anche Miranda vincesse questa sfida, come potrebbe vincere con gli altri? Sono tutti o quasi dotati di superpoteri e lei è solo molto brava nelle arti marziali.

-Non sottovalutare tua sorella.- lo rimprovera il Principe degli Orfani -È molto determinata e non è solo brava… è alla tua altezza e forse di più.-

            Orson Randall non dice nulla e segue la sfida. Miranda si tiene costantemente in difesa, evita i colpi del suo avversario e ogni tanto ne piazza qualcuno senza molto esito vista l’armatura del suo nemico. Dagli spalti la folla comincia a rumoreggiare.

            Fratello Cane perde la pazienza e convoglia la sua energia sulle estremità del nunchaku che scaglia contro la sorellastra di Iron Fist. Miranda attende l’ultimo momento utile, poi salta e il nunchaku passa sotto di lei senza sfiorarla. Lei con un grido completa il balzo dirigendosi verso Fratello Cane e lo colpisce al volto con un calcio rotante. L’uomo barcolla e Miranda lo incalza con altri colpi. Sa che se si ferma è perduta: non avrà altre occasioni: che vinca o perda si deciderà adesso.

            Fratello Cane Numero Uno barcolla incalzato dai colpi della sua avversaria ed infine cade. Passano lunghi istanti e Fratello Cane Numero Uno resta immobile a terra.

            Yu-ti si alza in piedi e proclama con voce stentorea:

-La vincitrice del primo scontro è Miranda Rand K’ai,-

 

            Tutto questo è folle, pensa Clive Reston mentre con i suoi amici si precipita dietro a Fah Lo Suee. Allearsi con una che in altre circostanze non ci penserebbe due volte ad ucciderli tutti. Stavolta, però, è disposto a passare sopra alla faccenda. Ne varrà la pena se davvero riusciranno a neutralizzare Fu Manchu, la cui presenza a bordo di questa specie di fortezza volante su cui sono appena sbarcati è tutt’altro che accertata. Una cosa è certa: Fu Manchu ha allevato due figli molto determinati. Shang Chi si batte come suo solito: disdegna le armi da fuoco ed usa solo le sue mani ed i piedi abbattendo un avversario dietro l’altro con una facilità incredibile. Quanto a Fah Lo Suee si dimostra una combattente di prim’ordine usando abilmente ogni tipo di arma. Fino ad oggi Clive pensava che se la sapesse cavare solo con i veleni e l’inganno ma ora deve riconoscere che è davvero brava ed ha anche altre doti meno nascoste… per esempio un gran bel…

            Accidenti alle distrazioni: una shuriken gli passa a due millimetri dal naso e non l’ha colpito solo per caso.

            A proposito di figli di Fu Manchu, Reston si rende conto di averne dimenticato uno, forse perché ha saputo della sua esistenza solo da poco, ma lui non si è dimenticato di loro ed ora si pone sulla loro strada.

            Il suo nome è Dong Yingzi ovvero Ombra Mobile e come un’ombra sembra apparso dal nulla. Fisicamente ricorda Shang Chi, ma i baffi gli danno un’aria sinistramente simile a Fu Manchu. Ignora completamente Reston e gli altri e si rivolge direttamente a Shang Chi e Fah Lo Suee:

-Fratello… sorella… avete deciso di mettervi contro nostro padre. Ora dovrete pagare il prezzo di questa scelta e io sarò lo strumento della sua giustizia.-

            Si comporta come se fosse sicuro di poterli sconfiggere tutti da solo: Shang Chi, Fah Lo Suee e tutti gli armati che spalleggiano la figlia di Fu Manchu… e Reston ha la sgradevole sensazione che abbia ragione.

 

            Suzy Berengetti rientra nel suo attico in cima al Coliseum Casinò a Las Vegas ed ha un sobbalzo nel vedere seduta su una poltrona Elektra Natchios.

-Deve sempre fare di queste sorprese?- chiede non appena si è ripresa.

-Immagino che abbia già saputo della fine di Frankie Torello e Mike De Marco.- le dice Elektra con voce calma

-Certo che sì. Non si parla d’altro nei notiziari: con loro due e le guardie del corpo ha fatto una vera strage.-

-Non si fanno le frittate senza rompere le uova.- commenta Elektra senza scomporsi –Ora i loro successori sanno che pagherebbero un prezzo troppo alto solo per impadronirsi di un singolo casinò. Non torneranno alla carica.-

-Come fa ad esserne certa?-

-Lo sono.-

            Senza aggiungere altro Elektra fa un rapido sorriso e si avvicina ad una delle finestre. Un attimo ed è scomparsa. Suzy pensa che si è meritata il suo compenso di cui ora dovrà corrispondere l’ultima rata. Ci vorranno solo pochi secondi online, pensa.

-Tutto bene Suzy?- il capo delle sue guardie di sicurezza entra usando la chiave che lei stessa gli ha dato –Mi era parso di aver sentito un’altra voce.-

-Era solo il notiziario. Ho appena spento la TV. Raggiungimi in camera da letto-

            Sean Clinton McIntyre avanza. Sul suo volto l’ombra del dubbio che si dissipa di fronte al sorriso della donna davanti a lui

            Mentre gli getta le braccia al collo Suzy pensa che il bonifico può aspettare l’indomani mattina. Elektra, ne è certa, non si offenderà.-

 

 

5.

 

 

            Solo quando è finalmente a bordo di un jet con destinazione finale New York Natasha Romanoff si permette di rilassarsi almeno un po’. Porterà a lungo le cicatrici di questa visita in Russia cicatrici invisibili dell’anima ma non per questo meno dolorose. Il suo pensiero va a Yuri Petrovitch rimasto indietro poi inevitabilmente torna ad Alexi… deve dimenticarlo… lasciarsi il passato alle spalle.

            Dirlo è facile, riuscirci molto meno, ma che altra scelta ha?

 

            Nina McCabe si risveglia con la testa pesante. Le ci vuole qualche istante per rendersi conto che è a bordo di un Jet in classe VIP ed indossa il suo tubino nero e non il suo costume da Cigno Nero eppure le sembrava…

            Il pensiero svanisce. Sta tornando a casa dopo aver compiuto la sua missione è la sola cosa che ha importanza.

            Una hostess le si avvicina e chiede:

-Posso portarle qualcosa Miss Swann?-

-Sì.- risponde Nina riconoscendo l’alias con cui viaggia: Belinda Swann, un gioco sul suo pseudonimo di assassina professionista: Cigno Nero[10] -Una coca cola andrà bene.-

Sarà un lungo viaggio.

 

Marya Andreievna Meshkova, alias Zvedza Dennitza, Stella del Mattino, si risveglia con un cerchio alla testa e fatica a mettere a fuoco le immagini davanti a sé. L’hanno drogata? È per questo che le sembra che il mondo stia ballando?

Finalmente mette a fuoco la figura del Guardiano d’Acciaio.

-Ben svegliata, Marya Andreievna.- la saluta quest’ultimo.

-Dove sono?- chiede lei.

-A bordo di un jet privato gentilmente fornito dallo S.H.I.E.L.D. che sta sorvolando le coste lituane.- è la sorprendente risposta.

-Capisco: sono tua prigioniera.-

-Oh no… sei libera di andartene quando vuoi… anche adesso… ma spero che tu non lo faccia.-

-Perché?-

-Perché voglio il tuo aiuto.-

            E questo Zvedza Dennitza proprio non se lo aspettava.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Ed eccoci giunti alla fine anche di quest’episodio. Due parole solo su:

1)     Yuri Ivanovitch Petrovitch è il figlio del mentore di Natasha, Ivan Petrovitch. Separato in tenera età dal padre e spinto a ritenerlo un traditore da oscure manovre dei servizi segreti russi assunse per breve tempo l’identità della Dinamo Cremisi con cui attaccò il gruppo dei Campioni di cui faceva parte la Vedova Nera (su Champions #8/10). In seguito è stato sottoposto a decondizionamento e si è unito allo S.H.I.E.L.D. come rivelato su Marvel Knights #5. Ha avuto anche una breve relazione con Stella Nera.

2)     Zvedza Dennitza alias Marya Andreievna Meshkova è, o era, un membro dei Bogatyri, un supergruppo russo di nostalgici dell’Unione Sovietica che ne auspicavano la restaurazione e che ora sembrano essersi uniti al nuovo ordine russo. Stesso discorso per Mikula Golubev.

3)     Nota di Continuity: l’incarico di Paladin lo porterà su Vendicatori #90 e rivedremo la Vedova Nera su Devil #60

Nel prossimo episodio: la missione del Guardiano d’Acciaio, continua il torneo delle Armi Immortali, Shang Chi contro Ombra Mobile e molto altro ancora.

 

 

Carlo

 



[1]Nell’episodio #60.

[2]Su Iron Man MIT #57/58.

[3]Vendicatori MIT 86/88.

[4]Sempre su Iron Man MIT #56/58.

[5] Vladimir Menikov, il nuovo direttore del F.S.B. il servizio di sicurezza interna della Federazione Russa.

[6]Su Avengers Vol. 1° #43/44 (Prima edizione italiana: Thor, Corno, #51/53) ed è l’ultima volta che ve lo diciamo.

[7]Ovvero i Terribili Quattro.

[8]Nell’episodio 5.

[9]Famosa stilista russa

[10]In Inglese Black Swan.